L’isola.
"...se vuoi tenere qualcuno veramente separato dal resto del mondo, non c’è muro più alto del mare”
Vorrei parlare con i miei attenti lettori di un libro di Francesca Melandri, uscito in libreria recentemente (edito dalla Rizzoli) per raccontare, sia pure sinteticamente, le emozioni che questo testo ha suscitato in me.
Premetto che l'ho ricevuto in dono da una carissima amica che conosce il mio affetto per l'Asinara, ma stranamente questo regalo non è stato accompagnato da alcuna presentazione, nessun bigliettino all'interno del romanzo, nulla!
Svogliatamente, dopo cena, ho aperto la prima pagina e non sono riuscito più a chiudere il libro se non dopo le tre della notte e dopo aver letto interamente tutto il romanzo.
Asinara il paesello di Cala d'Oliva |
Assurgono a coprotagonisti l’isola Asinara, il mare, i suoi colori e suoni, la flora e la fauna che la caratterizzano.
Ma protagonisti diventano l'uno e l'altro: il detenuto e il secondino, un uomo e una donna, le persone e le assenze che portano nel loro cuore.
Nell'isola si ricostruisce la possibilità di un incontro, breve ma intenso, per tornare a sentire e condividere le emozioni nascoste e bisogni che paiono sopiti.
L'autrice del bel romanzo dimostra in tutta l'opera di aver comunque introiettato la situazione reale del detenuto e del suo familiare che, in occasione del colloquio, incolpevolmente si trasforma in un "mezzo detenuto" cioè subisce tutta una serie di vicissitudini che lo proiettano, sia pure per un tempo programmato, nel mondo carcerario.
Il carcere, questo luogo oscuro, viene tratteggiato dall’autrice, ma le sue parole sembrano subito arrivare all'essenziale ... nessun dolore appare più grande di un altro e tra l'uno e l'altro "più alto del mare" la possibilità di ritrovarsi.